Patrizia Cavalli, la poeta che “può venire in Paradiso”

È scomparsa la poeta Patrizia Cavalli, lasciandoci i suoi versi come frammenti di vita vera e pensata.

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Patrizia Cavalli, scomparsa il 21 giugno 2022

“Qualcuno mi ha detto
che certo le mie poesie
non cambieranno il mondo.
Io rispondo che certo si
le mie poesie
Non cambieranno il mondo.”

… ma forse un poeta può cambiare il mondo. Manipolando parole, orchestrando il verso, architettando il pensiero, egli canta il mondo di questa vita, di un presente che è come era e come, forse, ancora sarà. Chi può dirsi veramente poeta, oggi? Lo sono stati, davvero, ieri, i poeti? Ce ne saranno, domani?

Laureata in Filosofia, musicista, sulla scena dei teatri, giocatrice di pocker, affamata di audacia, Patrizia Cavalli ha osato con i suoi versi, veloci e brevi, tracciare una scia di sentimenti, immaginazione e intelletto, con una metrica tradizionale che si avvale di un linguaggio contemporaneo, fatto di gerghi e di parole quotidiane.

È una poesia fatta di domande quella di Patrizia Cavalli, di un interrogarsi dell’io nel suo duplice essere corpo e anima, nel dualismo di luce e ombra, vita e morte.

È ricerca che parte dall’Io e si estranea nel mondo.

È la sfida prometeica di una conoscenza che da assoluta poi si fa concreta, come l’amore che per il poeta, come amò definirla la sua grande amica Elsa Morante, non esiste come condizione, ma esiste solo chi amiamo:

“Tutto di me ti piace eccetto me,

Io amabile soltanto nel fenomeno

Di me che spargo e dono.”

Come quella negazione che sostiene la falsità nelle parole:

Vita meravigliosa di Patrizia Cavalli, Einaudi 2020“Cosa non devo fare

per togliermi di torno

la mia nemica mente:

ostilità perenne

alla felice colpa di essere quel che sono,

il mio felice niente.”

(Vita meravigliosa, Einaudi, 2020)

Scompare oggi dalla terra una grande poetessa nostrana, ma assurge in quel Parnasso popolato di amici che la accolgono poeta fra i poeti. Ridendo vi entrerà, ripetendo alcuni fra i suoi primi versi:

“Elsa ogni tanto ci portava in Paradiso.

E a chi chiedeva: «A me mi porti?» «No»,

lei subito, decisa, «Non c’entri niente tu.

Tu non ci puoi venire in Paradiso».

«E allora chi ci porti», insistevano delusi,

«Patrizia ce la porti?» E Elsa: «Sì,

Patrizia può venire in Paradiso».”

(Con Elsa in Paradiso, da Le mie poesie non cambieranno il mondo, 1974)