Il labirinto di ghiaccio di Valerio Varesi- Mondadori

C’è stato un tempo in cui il mito del primitivo esaltava la penna degli scrittori e li portava ad auspicare il ritorno a quell’età dell’oro dove la vicinanza dell’uomo alla natura celebrava la nostalgia per l’autenticità dell’individuo.

Cosa ne è oggi di quel mito, alla luce dei concetti di alienazione sociale? Può, oggi, un uomo isolarsi da tutto e da tutti, e riuscire a ritrovare veramente se stesso? Magari cancellando ogni traccia di sé, circondato da enormi e accecanti distese di ghiaccio?

“Ho voglia di lottare e conquistare palmo a palmo questa roccia fino a farne un mondo esclusivo in cui riconoscermi. Forse solo allora, ricondotto alla spontaneità di un bimbo che impara, mi spoglierò di tutto e mi calerò come uno speleologo dentro me stesso.”

Il labirinto di ghiaccio di Valerio Varesi- Mondadori
Valerio Varesi presso la Sala Artigiani di Voghera presenta “Il labirinto di ghiaccio” – Edizioni Mondadori.

Al centro dell’ultimo romanzo di Valerio Varesi c’è proprio un uomo in fuga dalla civiltà, che sceglie di percorrere, per nascondersi, l’impervio e ostile sentiero del ghiacciaio di frontiera, finendo per creare un vero e perturbante confine fra sé e gli altri.

Ne ha parlato lo stesso autore di origini parmense presso la Sala Artigiani di Voghera, dialogando con la scrittrice e critica letteraria Patrizia Debicke.

 

Ci vuole coraggio, ai giorni nostri, a scrivere una storia in cui sfuggire “facilmente alla propria parte nel mondo.” Siamo segnati, in fondo, in questa società, e rintracciabili. Ma forse dovremmo chiederci quali tracce lasciamo dietro di noi se ci allontaniamo dalla società. Davvero saremmo così ricercati e indimenticabili?

Con uno stile introspettivo e una acuta analisi psicologica, l’eclettico e ormai popolare in Francia giornalista e scrittore di gialli, noto per aver creato il Commissario Soneri nella numerosa serie di libri, poi trasporta in tv, con il suo “Labirinto di ghiaccio” dà vita a un’opera di potente riflessione sociale.

Il labirinto di ghiaccio di Valerio Varesi- Mondadori
A sinistra, Elisabetta Balduzzi, libraia e editrice della Libreria Ticinum di Voghera, ideatrice della rassegna letteraria l’AperiLibro del sabato.

Circondato dal ghiaccio, l’uomo in fuga deve imparare a sopravvivere, costruendosi una baracca, conservando le sue prede, elaborando un suo piano di lavoro giornaliero. É facile pensare all’eco di Defoe o di Ruosseau, ma il romanzo di Valeri è difficile da classificare, forse proprio perché il tema del primitivo contemporaneo non può più circondarsi di un’aurea mitica. L’individuo contemporaneo non può sfuggire al progresso, alla tecnologia. Persino il silenzio gli risulta insopportabile, il buio, il dover pensare alla fine della vita. Perché, in fondo, non può sfuggire al vero nemico che porta sempre con, dietro e dentro di sé, ovvero se stesso:

“Non ho rinunciato al mondo. Ho voluto prenderne distanza e adesso mi limito ad ascoltarlo con la radio che ho portato quassù. Lo scopro di volta in volta più insensato e futile. (…) Eppure, certe volte, potrei apparire io un fanciullo che gioca. Assomiglio a un matto che s’è voluto cavare la voglia di un’esperienza estrema. Poi, però, la fatica, la sofferenza e l’ostilità di questo mondo, mi riagganciano a convinzione solide come le rocce. So di avere quello che manca ai miei simili: una sfida primitiva nella quale decifrare con spietatezza se stessi.”

 

Il labirinto di ghiaccio di Valerio Varesi- Mondadori
Valerio Varesi a Voghera incontra i suoi lettori.

Inoltrarsi nel labirinto che crea Valeri in questa nuova storia significa spogliarsi di se stessi per ricostruire un individuo nuovo, che esce dalle sue epoche storiche e si immerge in un presente che è e sempre sarà.