I libri degli altri di Giovanni Tesio - Oscar Mondadori 2023

“Il massimo del tempo della mia vita l’ho dedicato ai libri degli altri, non ai miei.”

 

Italo Calvino, l’autore che non amava le etichette

Comincia dopo la Liberazione l’impegno di Italo Calvino come redattore presso la casa editrice Einaudi. È il periodo, come racconta l’autore stesso, in cui dedica più tempo ai libri degli altri che ai suoi.

Ed è proprio partendo da questa sua confessione, che il filologo e critico letterario, studioso della lingua italiana Giovanni Tesio, prende in prestito la frase “I libri degli altri” per comporre il volume di lettere, ricevute e inviate fra il 1947 e il 1981 da Calvino, uscito già per Einaudi negli anni ‘90 e oggi ripubblicato nella collana Oscar Mondadori in occasione del centesimo anno della nascita dell’autore di origini liguri.

I libri degli altri di Giovanni Tesio - Oscar Mondadori 2023“I libri degli altri”

Il testo comprende oltre trecento missive, tra le cinquemila conservate dall’archivio Einaudi, selezionate da Tesio. Calvino si occupava dell’ufficio stampa Einaudi e delle schede editoriali di scrittori, fra i quali compaiono Elio Vittorini, Lalla Romano, Domenico Rea, Angelo Ponsi, Giovanni Arpino, Carlo Cassola, per citarne alcuni. Una preziosa testimonianza per rivivere un momento straordinario della letteratura italiana, per comprendere gli aspetti socio-politici da una prospettiva pienamente culturale.

Agli autori che si affacciavano alla realtà editoriale, Italo Calvino non risparmiava critiche, con risposte ironiche e maliziose, o consigli pungenti per sottolineare l’importanza di una prosa pulita e levigata.

Italo Calvino, definito da Cesare Pavese “lo scoiattolo della penna” per la sua abilità di saltare di ramo in ramo, la versatilità stilistica e l’audacia sperimentale, non tralasciò mai le tracce del suo impegno politico. Nel dopoguerra collaborò con l’ “Unità” e diresse fino al 1959 il “Notiziario”.

Giovanni Tesio durante la presentazione de “I libri degli altri” – Edizioni Mondadori ,presso la Sala Artigiani di Voghera, incontro coordinato dall’autore parmense Guido Conti, con lui nella foto.

In veste di editore, Calvino emerge come un lavoratore scrupoloso e attento, che si impegna a consegnare ai lettori un prodotto finito, dal quale essi possano, esercitando il pensiero, trarre un messaggio. Calvino fu, dunque, un arguto indagatore del suo tempo, non tralasciò mai la tensione morale dalle quali nascevano le storie su cui lavorava e di cui scriveva.

Fiabe italiane di Italo Calvino - MondadoriCalvino e il fiabesco

Nella seconda metà degli anni ’50 a Calvino spetta il compito di dirigere i lavori della pubblicazione delle Fiabe italiane, commissionate direttamente da Giulio Einaudi. Un lavoro rigoroso, di immane ricerca e traduzione dal dialetto delle varie regioni, ma anche divertente per lo stesso autore, che definisce le fiabe “come una metafora stessa del lavoro letterario.” Del resto all’autore, a partire dalla sua trilogia degli Antenati, venne affibbiata la definizione di autore fiabesco. A lui verranno assegnate le schede di testi che rientrano nella categoria della favola e della fantascienza.

Lezioni americane di Italo Calvino - MondadoriCalvino critico militante

Da Torino a Parigi, passando per Roma, Calvino viaggiò a lungo e allargò i confini letterari, continuando a sperimentare generi e stili nuovi, allontanandosi da un primo periodo “impegnato” e, indagando e scrivendo dei libri degli altri, andava a indagare la sua di poetica, dandoci così l’essenziale lezione della funzione esistenziale della letteratura.