In libreria dal 9 giugno, “Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori” edito da Rizzoli di Cristina De Stefano è la biografia di una grande donna, rivoluzionaria e testarda, che sostenne e diffuse un nuovo metodo educativo di vita, che mette al centro il rispetto per il bambino. Ne abbiamo parlato con l’autrice nella seguente intervista.

Determinate, anticonformiste, scandalose. Le donne raccontate da Cristina De Stefano di volta in volta aggiungono un nuovo tassello alla scoperta del multiforme universo femminile. La sua ultima pubblicazione “Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori” (Rizzoli) è dedicata all’ennesima figura di cui riesce a smascherare la donna che si cela dietro il personaggio. Conosciuta in tutto il mondo per il rivoluzionario metodo educativo propugnato, a cui si dedicò con estrema abnegazione, Maria Montessori emerge, come tutte le pioniere tratteggiate sino ad oggi dalla De Stefano, come una personalità volitiva con le sue ombre e contraddizioni, a conferma di un singolare e assai coinvolgente modo di indagare e raccontare gli archetipi femminili del Novecento.

“La figura del bambino si presenta possente e misteriosa e noi dobbiamo meditare su di essa perché il bambino, che chiude in sé il segreto della nostra natura, divenga il nostro maestro.” (Maria Montessori)

Ciao cara Cristina, ben ritrovata. É con immenso piacere che ti ospito in questo spazio virtuale tutto mio dedicato alle interviste agli autori. Non mi perdo mai le protagoniste delle tue biografie e questa volta la curiosità è stuzzicata proprio dall’affascinante fil rouge che lega la grande scienziata e pedagogista di cui ci racconti nel tuo nuovo libro, al mondo dei più piccoli. Le nuove ideologie sociali strettamente legate al processo di industrializzazione del XIX secolo, con l’attenzione rivolta ai diritti dell’individuo portarono a una nuova concezione del metodo educativo. Prima della Montessori, infatti, c’erano già stati tentativi di approccio sensoriale e, soprattutto un pensiero, come dire, più morbido verso il mondo dei piccoli, a differenza dell’idea delle epoche precedenti del bambino considerato alla stregua di un adulto e ostacolato nella sua libera espressione. Mi viene in mente, ad esempio, Pestalozzi che già verso fine Settecento valutava l’aspetto affettivo tra allievo e maestro e aveva creato in Svizzera una fattoria per orfani in cui si svolgevano attività agricole e manuali, si concepiva insomma un continuum fra vita e scuola attraverso il gioco e la stimolazione. Cosa univa, perciò, Maria Montessori all’universo dell’infanzia?

Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori di Cristina De Stefano- Rizzoli 2020
Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori di Cristina De Stefano- Rizzoli 2020

«Il primo legame viene dalla sua giovinezza. Era fin da studentessa impegnata nel sociale. Faceva volontariato nei quartieri poveri, in particolare San Lorenzo, nei dispensari creati dai suoi professori di medicina. Femminista e suffragetta, si rende presto conto che i bambini sono gli ultimi degli ultimi, mandati a lavorare o a chiedere l’elemosina appena sanno stare sulle loro gambe, esposti a tutti gli abusi. Il secondo legame viene dalla sua scoperta del manicomio di Roma, diretto da un collega che era anche il suo partner. Scoprire quei bambini “difficili” della scuola che allora venivano definiti “idioti incurabili” e rinchiusi con i matti fu uno shock per lei. Si mise a studiare l’educazione speciale e portarli fuori dal manicomio divenne la sua ossessione. Solo in un secondo momento passò da occuparsi di bambini handicappati a occuparsi di bambini in generale, percheè intuì che con le sue idee poteva cambiare la scuola.»

Da letterate e artiste, sei passata a raccontare di una donna che è stata, dunque, tante cose: scienziata, medico, pedagogista, filosofa e grande educatrice. Come mai questo salto? Esiste un legame sotterraneo fra le prime e Maria Montessori?

Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo di Cristina De Stefano - Adelphi 2002
Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo di Cristina De Stefano – Adelphi 2002

«I personaggi mi scelgono un po’ loro. Però mi sembra che tutte le mie donne siano ad alta tensione, illuminate dall’interno da una energia superiore alla norma. E poi ci sono collegamenti sorprendenti, che capisco solo a libro finito. Maria Montessori per esempio ha un forte lato mistico, come Cristina Campo, a cui ho dedicato il mio primo lavoro (Belinda e il mostro, Adelphi). Ed è una star globale come nel campo del giornalismo fu Oriana Fallaci, a cui ho dedicato Una donna (Rizzoli). E di certo è un personaggio che avrebbe potuto stare benissimo tra le mie Scandalose (Rizzoli).»

Quanto tempo passa, di solito, dal momento folgorante in cui scegli di occuparti di una donna sulla quale approfondire i tuoi studi, e il momento della ricerca vera e propria?

«Appena nasce il desiderio parte il meccanismo interiore. Cerco su Internet, ordino libri, mi nasce una curiosità enorme. Però per una biografia come Il bambino è il maestro ci vogliono anni, e almeno un ricercatore ad aiutarmi, è un lavoro di fondo, richiede pazienza. Certo, la parte che preferisco è la scrittura – felicita’ pura, quando la storia di una vita si srotola davanti ai miei occhi come una tela fatata – ma per arrivare a quel momento benedetto bisogna lavorare anni a cercare, consultare archivi, seguire tracce, come un detective.»

Infaticabile, passionale e testarda, Maria Montessori non si è fermata davanti agli ostacoli della vita, sacrificando proprio l’affetto più profondo per una donna, quello per suo figlio Mario, nato, per sua scelta, fuori dal matrimonio. Di sicuro avrai colto altri aspetti contrastanti fra la Maria pedagogista e la Maria donna. Cosa ti ha colpito particolarmente nella vita di Maria Montessori che ancora non conoscevi?

«Era una donna molto complessa. Mi ha colpito la sua forza di carattere, la sua capacita’ visionaria di osservare i bambini. Mi ha fatto sorridere il suo non essere portata affatto per gli affari, pur volendo creare un impero da lasciare al figlio. Mi ha sorpreso la sua forte fede religiosa. Insomma.É una donna piena di cassetti.»

Entrando nel vivo del tuo lavoro di ricerca, ci sveli come hai organizzato la ricerca di fonti e testimonianze della tua nuova donna scandalosa?

Americane avventurose di Cristina De Stefano - Adelphi 2007
Americane avventurose di Cristina De Stefano – Adelphi 2007

«Ho sempre almeno un ricercatore sul campo (in questo caso in Italia, perchè io vivo a Parigi), che mando in tutti gli archivi. Lo faccio per motivi logistici, per accelerare la ricerca ma anche per proteggermi. Cerco di non espormi, di stare sotto il livello dell’acqua e di non parlare molto del mio progetto. Per esempio non ho mai incontrato i montessoriani in Italia. Voglio sentirmi del tutto libera. Il punto di partenza è stato l’archivio AMI di Amsterdam, dove sono conservare le carte private di Maria: una vera miniera, gestita da ottimi professionisti. Ho trovato moltissimi materiali inediti. Ho usato tutto. Molto non ho potuto citarlo fra virgolette perchè avuto in modo non-ortodosso, o per proteggere le mie fonti.»

L’aspetto rivoluzionario del metodo montessoriano è insito nel suo essere da supporto alla vita stessa, un modo di intendere l’educazione che ricalca l’approccio filosofico di stampo socratico, o anche junghiano se vogliamo, basato su una formazione dell’individuo attraverso la conoscenza di se stessi. Occorre educare dunque il bambino a scoprire chi è per poter guarire antiche ferite e, come un riformatore, progredire nel proprio sviluppo e in quello dell’umanità intera. Come ha espresso concretamente nella sua vita la Montessori questo grande ideale morale?

«Il metodo Montessori non è solo una tecnica della scuola, è una visione del mondo altamente utopica. Maria Montessori lo sente molto presto, è abitata da una missione, anche in senso religioso. Sente che ha avuto una rivelazione che deve dare al mondo. “La gente pensava parlassi di un metodo pedagogico mentre io parlavo di una rivelazione”, dirà un giorno. Per questo la sua intera vita fu al servizio di questa missione. Nomade, sempre in movimento, seguendo quella che definiva “la chiamata”.»

Maria Montessori
Maria Montessori (31 agosto 1870 – 6 maggio 1952)

Immergendoti nel mondo di Maria Montessori, avrai inevitabilmente riflettuto su un parallelismo fra l’ideale pedagogico da lei sostenuto e l’iperstimolazione e, paradossalmente, l’eccessivo controllo emotivo a cui sono sottoposti i bambini di oggi. Cosa ritieni fondamentale recuperare dal metodo montessoriano che possa contribuire a una crescita più autonoma dei ragazzi che saranno gli adulti di domani?

«Prima di tutto il rispetto: Maria Montessori scrive cose fondamentali sul rispetto che l’adulto deve ai bambini, dal rispetto del suo corpo al riconoscimento del suo portentoso cervello. Poi la concretezza: in questa epoca di schermi e computer, lei ci ricorda che il bambino impara stando nell’ambiente, usando le mani, che l’educazione è incarnata.»

Inizialmente nate in quartieri malfamati, dove c’era poco tempo da dedicare ai bambini, specie a quelli malati e disabili, le case dei bambini fondate dalla Montessori nel corso del ‘900 si affermarono nell’ambito privato elitario. Nonostante in Italia per prevalenza la pedagogia montessoriana è ancora nelle mani di scuole private, molti istituti pubblici stanno adottando un modello di didattica montessoriana attraverso la convenzione MontessoriScuolapubblica che ha l’obiettivo di fare rete fra enti e persone, educatori, insegnati e genitori. Ritieni che questa importante risorsa per l’Istruzione Pubblica possa consentire una apertura all’interno di un orientamento più circoscritto dell’ideale montessoriano, in nome del puro ideale di cui è intriso il motto che fa da titolo al tuo libro “Il bambino è il maestro”?

Oriana. Una donna di Cristina De Stefano - Rizzoli 2013
Oriana. Una donna di Cristina De Stefano – Rizzoli 2013

«É uno dei paradossi della sua storia. Ha iniziato studiando i quartieri poveri di Roma e collaborando con la Società Umanitaria operaia di Milano e poi il suo metodo è diventato sinonimo di scuole private per ricchi. Spero si riesca a riportare il metodo Montessori nel solco iniziale, ma la strada non è semplice. Da una parte molti insistono sul concetto di “applicazione in purezza” de metodo, senza commistioni con altre pedagogie, concetto che era centrale anche per la fondatrice, dall’altra la scuola di massa non può permettersi il profondo lavoro individuale su ogni insegnante che il metodo richiede. La cosa che ho capito, studiando la sua vita, è che Maria Montessori è di una radicalità che spaventa. Chiede agli adulti di diventare creature diverse, solo così possono interagire coi bambini senza fare danni.»

Vorrei soffermare adesso l’attenzione su un altro aspetto che la Montessori ha esaltato, quello della bellezza, affermando: É la bellezza in tutte le sue forme che aiuta l’uomo interiore a crescere”. Secondo te, qual è la bellezza che i bambini di oggi dovrebbero riscoprire e coltivare?

Scandalose di Cristina De Stefano - Rizzoli 2017
Scandalose di Cristina De Stefano – Rizzoli 2017

«In questo era profondamente mistica. La bellezza come salvezza del mondo. Io oggi partirei dalla natura, che è quasi sempre bella, dall’albero lasciato crescere senza le oscene potature che noi uomini ci intestardiamo a fare nei nostri viali cittadini, alla grazia degli animali. Una scuola nel giardino, soprattutto nei primi anni di vita, sarebbe già una scuola nella bellezza.»

Ringraziandoti per la tua disponibilità, mi farebbe piacere concludere, così come abbiamo aperto questa nostra intervista, con una altra curiosità. Dopo aver indagato così a fondo nella vita di una donna talmente coraggiosa e determinata come Maria Montessori, cosa ti sarebbe piaciuto chiederle se l’avessi conosciuta di persona?

«Se avessi potuto avrei cercato di spingerla ad accettare un po’ di compromessi e di commistioni con altre pedagogie per aumentare la diffusione del metodo. La sua severità non ha aiutato lo sviluppo. Ma di certo non l’avrei convinta: era una nave da guerra, non una donna!»

Chi è Cristina De Stefano

Giornalista e scrittrice, vive a Parigi e lavora come scout letterario. É grazie a lei che in Italia è stato pubblicato il best seller di Joël Dicker “La verità sul caso Harry Quebert”. La sua carriera giornalistica comincia con la rivista Elle per la quale non ha mai smesso di collaborare. É autrice dei libri “Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo” (Adelphi 2002), “Americane avventurose” (Adelphi 2007), “Oriana. Una donna” (Rizzoli 2013) e “Scandalose” (Rizzoli 2017), libri tradotti nelle principali lingue del mondo. Il 9 giugno 2020 pubblica, ancora per Rizzoli “Il bambino è il maestro. Vita di Maria Montessori”, già in traduzione per diversi Paesi.