Si aggiudica il Nobel per la Letteratura 2018 la scrittrice polacca Olga Tokarczuk, quindicesima donna a ricevere il premio. L’unica italiana a conquistare il prestigioso riconoscimento resta ancora oggi la scrittrice sarda “piccina piccina” Grazia Deledda.
“Io non sogno la gloria per un sentimento di vanità e di egoismo, ma perché amo intensamente il mio paese, e sogno di poter un giorno irradiare con un mite raggio le fosche ombrie dei nostri boschi, di poter un giorno narrare, intesa, la vita e le passioni del mio popolo, così diverso dagli altri così vilipeso e dimenticato e perciò più misero nella sua fiera e primitiva ignoranza”.
Era il 10 dicembre del 1926 e da Stoccolma la famigerata Accademia Svedese si pronunciava così nel conferire il Nobel a Grazia Deledda, che se lo vedrà consegnare l’anno successivo: “per la sua ispirazione idealistica, scritta con raffigurazioni di plastica chiarezza della vita della sua isola nativa, con profonda comprensione degli umani problemi”.
Autodidatta e narratrice feconda sin dalla giovanissima età, la Deledda fu anche autrice di opere teatrali, dove troviamo sempre la sua amata terra, una brulla e impervia Sardegna, a fare da sfondo alle storie raccontate. Nel 1906 lo scrittore verista siciliano Luigi Capuana recensì positivamente il suo romanzo “La via del male”, a cui seguirono i ben più noti “Elias Portulu” nel 1903, “Cenere” l’anno seguente e “Canne al vento” nel 1913, per citarne alcuni.
Quello del 1926 rappresenta il terzo Nobel per la Letteratura che il nostro Paese è riuscito a portarsi a casa. Quando ritirò il noto premio, Grazia Deledda aveva 55 anni e la sua fama aveva ormai oltrepassato i confini del “continente”. Prima della Deledda, precisamente nel 1906, soltanto il poeta Giosuè Carducci si era aggiudicato il Nobel per la Letteratura, al quale seguì, solo dopo la scrittrice sarda, Luigi Pirandello che, come si racconta, nutriva un sentimento di rivalità per la scrittrice sarda. Così, quella donna “piccina piccina”, come lei osava definirsi, la spuntava dopo essere stata segnalata per anni al celebre riconoscimento, dimostrando la sua grande statura intellettuale davanti a un pubblico prestigioso e pronunciando le celebri frasi che sono rimaste impresse, dopo oltre un secolo, nell’immaginario collettivo:
“Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre a queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri.”
Le altre scrittrici Nobel, ieri e oggi
Prima di Grazia Deledda era stata la svedese Selma Lägerdorf il primo Premio Nobel donna per la Letteratura, con la seguente motivazione: “per l’elevato idealismo, la vivida immaginazione e la percezione spirituale che caratterizzano le sue opere”.
Era il 1909 e dopo di lei, dopo oltre un secolo, si possono annoverare altre quattordici vincitrici insignite dell’ambito riconoscimento letterario. A conquistarsi il 15mo posto per l’edizione 2018, rimandata a oggi 10 ottobre 2019 a seguito dello scandalo per molestie che aveva colpito lo scorso anno il fotografo e regista Jean Claude Arnault ,marito di una giurata, è la scrittrice e poetessa polacca Olga Tokarczuk, conosciuta in Italia soprattutto per la pubblicazione del romanzo I vagabondi edito da Bompiani, grazie al quale lo scorso anno ha vinto l’International Man Booker Prize. Autrice versatile, è laureata in psicologia, seguace di Carl Gustav Jung, attivista politica, nonché editrice, è stata premiata per la sua “immaginazione narrativa che con enciclopedica passione rappresenta l’attraversamento dei confini come forma di vita”.
Della scrittura ha detto che:
“allarga, aumenta, approfondisce la nostra coscienza ed è la stessa cosa che accade nella terapia: vi entriamo senza sapere delle cose e poi le veniamo a sapere. Solo così diveniamo più profondi ed intensi”.