CON LO ZUCCHERO IN BOCCA DI MARTINA CAFFO - LETTERATURA ALTERNATIVA EDIZIONI, 2020

Ve la ricordate la fiaba di Perrault intitolata Le fate, in cui una vedova aveva due figlie e una di queste un giorno dà da bere a una anziana mendicante e, da quel momento, quando parla dalle sue labbra fuoriescono fiori e pietre preziose? La fanciulla aveva una sorella, totalmente diversa da lei, che era invece dolce e servizievole. La sorella era presuntuosa e arrogante e, quando cerca di ottenere lo stesso dono della sorella, le sue labbra sputano rospi e serpenti.

Quella di Martina Caffo, dal titolo Con lo zucchero in bocca è la storia di una brava bambina, che sogna “di diventare una strega capace di sparire con un battito di ciglia” e “di ballare e cantare sotto mille riflettori firmando autografi”. È una figlia di mezzo che va bene a scuola, fa la brava in casa, sogna il principe azzurro e obbedisce al consiglio della nonna materna: non ferire mai con le parole, ma parlare come se avesse “lo zucchero in bocca”, una ragazza che ottiene un’ottima votazione all’esame di maturità e che frequenta un intellettuale, che poi sposa. Una storia, insomma, che come fa Perrault, mette in luce le buone virtù come uniche tessere che si incastrano fra loro alla perfezione a formare l’equilibrio perfetto. Solo che questa è una storia vera e, come accade nella realtà, la brava bambina deve scoprire che dentro sé convive una sorella totalmente diversa da quelle che lei appare all’esterno o che crede di essere: docile, remissiva, accomodante, insomma un candore di ragazza che di autostima ne ha ben poca.

Non a caso, nel corso della sua vita si ritrova a guardarsi allo specchio e a scoprire ogni volta una Chicca nuova. Chi è la vera Chicca, sembra sussurrare al lettore, una domanda che ci siamo a ritrovati a porci un po’ tutti, più e più volte di fronte alle inaspettate vicende con le quali la vita ci mette alla prova. Chicca si ritrova giovanissima ad affrontare un divorzio, a scoprire dopo tanto la sua sessualità, ma se da una parte fa passi avanti, dall’altra si lascia risucchiare negli stessi errori.

“Non avevo proprio idea di cosa significasse amare se stessi, incondizionatamente per la bellezza e la perfezione della nostra essenza divina con tutte le luci e le ombre che la compongono. No, non lo sapevo ancora e mi immolai volontaria al mio massacro.”

Le storie vere hanno sempre qualcosa in comune con quelle fantastiche, solo che a differenza di quelle classiche non c’è il principe che salva la principessa, ma è la principessa che impara a salvarsi da sola. E in questa favola vera e moderna la principessa deve farsi regina di se stessa per scoprire chi è e cosa vuole realmente. Capisce, a un certo punto della sua vita, che desidera diventare madre:

“essere madre per me non significava trasmettere i miei ricci, il mio vizio di mordere il labbro inferiore o i miei piedi egizi; essere madre per me significava e significa, prendersi cura di un esserino puro come un diamante grezzo e donargli ali e radici per renderlo una persona libera e felice. Non mi è mai interessato lasciare mie tracce somatiche in qualcun altro, non i miei capelli ma il piacere di sentirli strofinati dal vento; non la mia pelle ma i brividi che la percorrono quando mi emoziono; non i miei occhi ma la curiosità del mio sguardo quando sbircio la Vita. Questo per me era diventare madre di qualcuno: regalargli, regalarle la mia Anima attraverso il semplice esistere.”

Martina Caffo
Martina Caffo, autrice e Coach spirituale.

E così la vita le dona due figli, non biologici, ma arrivati da lei per mano “divina”. Dall’Occidente all’Oriente la Chicca europea si trasforma. In terra indiana, dal bozzolo pesante si libra una farfalla dal volo leggero, dalla materia si passa allo spirito.

“Quando cominci a ritrovarti, a scoprire quanto sei sacra e bella e completa e perfettamente imperfetta così come sei, cominci a vibrare a nuove frequenze che non si armonizzano più con quelle vecchie e disarmoniche di chi da sempre ti vorrebbe diversa e inadeguata.”

Rinasce ancora, Chicca, riemerge dall’acqua che prima l’ha inondata e poi l’ha trascinata verso una nuova riva, che è finalmente la sua Vita.

“Certo non è diventare pazzi conoscere se stessi, scandagliare il nostro profondo e realizzare cosa ci fa bene e cosa ci fa male e questo, inevitabilmente, porta ad allontanare le persone che non sono più in sintonia con le nuove frequenze emesse.”

Il percorso che porta alla sua evoluzione non viene però raccontato in maniera dettagliata e forse questo è un aspetto che spiazza un po’ il lettore, che si ritrova catapultato da un evento all’altro in maniera un po’ troppo affrettata, ma la storia di Chicca che parlava con lo zucchero in bocca è comunque il cammino di vita di una donna e, in fondo, di tutte le donne, che devono scoprire che il vero amore non è fuori, ma dentro di sé. Non va cercato o elemosinato, il vero amore va ritrovato dentro di noi. È questo il tesoro più prezioso, il gioiello che potremo indossare con orgoglio al collo e far risplendere sul cuore. È questo il segreto per scoprire la magia dell’universo che ci parla e ci conduce lontano, dentro e fuori di noi, dal centro all’infinito.

Scheda del libro

CON LO ZUCCHERO IN BOCCA DI MARTINA CAFFO - LETTERATURA ALTERNATIVA EDIZIONI, 2020Autore: Martina Caffo

Genere: Narrativa

Casa editrice: Letteratura Alternativa Edizioni

Pagine: 88

Prezzo: Euro 14,90

ISBN: 978-88-31468-10-7