Nudo di padre di Rossano Astremo

Nudo di padre di Rossano Astremo, edito da Solferino Libri, è una riflessione intensa sul legame tra padri e figli, tra eredità e desiderio di libertà. Un romanzo che non consola, ma lascia il segno. Come certe ferite.

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Nudo di Padre di Rossano Astremo - Solferino 2025

Ci sono romanzi che non raccontano soltanto una storia, ma pongono domande profonde, difficili da eludere: cosa resta di un legame quando viene meno la cura, la presenza, la parola? In Nudo di padre, edito da Solferino e proposto al Premio Strega 2025, Rossano Astremo affronta uno dei temi più complessi e universali della letteratura: il rapporto padre-figlio. Lo fa scegliendo una prospettiva autobiografica, lucida, asciutta, senza indulgere in sentimentalismi.

La figura paterna, in questo romanzo, è definita più dall’assenza che dalla presenza. Non è guida, né rifugio: è un nodo irrisolto, una mancanza che plasma l’identità del protagonista fin dall’infanzia. Siamo nel sud Italia, in un contesto rurale segnato da un forte divario sociale, dove il riscatto personale passa attraverso la rottura con le proprie origini.

Il romanzo si apre con una fotografia, una Polaroid del 1986: “Io e mio padre, 79×79 millimetri. Un cielo terso, una siepe ben curata, due corpi non simmetrici. I nostri.” In questo fermo immagine il tempo sembra cristallizzarsi, e già si intuisce lo squilibrio di un rapporto segnato dalla distanza. La siepe, così precisa e ordinata, evoca – anche solo per suggestione – quella leopardiana de L’infinito, simbolo di un confine visivo che apre all’immaginazione. Allo stesso modo, Astremo ci suggerisce che, pur osservando con attenzione la realtà limitata di una foto o di una memoria familiare, si può accedere a una riflessione più ampia su tempo, identità e affetti.

Pasolini. Il poeta corsaro di Rossano Astremo La Nuova Frontiera JuniorLa narrazione procede per piani temporali alternati, andando a ritroso rispetto alla nascita del protagonista, “una domenica di primavera del 1979”. La madre lo accoglie con una forma di rassegnazione, temendo di restare sola in vecchiaia. Il padre è in Germania, tornerà mesi dopo, e quando rientra definitivamente sarà un uomo segnato da insuccessi economici, destinato a un lavoro subalterno presso una vedova benestante. La famiglia si trasferisce in una casa colonica modesta, senza affitto, ma intrisa di tensione. L’infanzia del protagonista si consuma in un ambiente familiare freddo, dove il padre è fisicamente presente ma emotivamente distante:

Non giocava con me, non mi preparava da mangiare, non mi accarezzava. Se ne stava lì, sulla poltrona, in attesa che la notte giungesse.”

È in queste immagini che si coglie la fragilità di un legame che non riesce a compiersi, e che finisce per condizionare ogni gesto futuro.

La memoria, in questo libro, non ha funzione riparativa. Non sana, ma espone. Permette di osservare da vicino le crepe dell’istituzione familiare, tanto più significative in un contesto – quello del sud – che tende a idealizzarla come nucleo indissolubile. Astremo mette in discussione questa idealizzazione, rivelando una verità spesso taciuta: non sempre la famiglia protegge, non sempre il padre educa.

La famiglia di cui parla Astremo non è, dunque, il quadretto pacifico o il ricordo nostalgico, al contrario è da sempre un nucleo disfunzionale. La relazione tra i suoi genitori comincia con un tradimento femminile, suo padre viene meno alla promessa di matrimonio perché si invaghisce di quella che poi diventerà sua moglie e, quando la porterà in Germania con lui, non sarà accorto negli investimenti economici. Agli occhi del figlio la figura paterna non è sacra e infallibile ma è già un susseguirsi di fallimenti quando viene presentato.

Astremo ci mostra lo sfaldamento del patriarcato, dove la virilità non è sinonimo di forza bensì di decadenza. C’è necessità di parlare della sua vita lontano dal padre, ma il padre resta sempre il suo metro di paragone, anche solo per dire a se stesso cosa non vuole essere, chi non vuole diventare.

101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita di Rossano Astremo. Newton e Compton EditoriIl lettore, allora, sobbalza al ritmo serrato della narrazione che riguarda il momento degli studi del protagonista a Lecce, e fa il tifo per lui, affinché, in corsa verso la realizzazione professionale, possa raggiungere il suo meritato traguardo. Si sente forte il rumore delle porte chiuse in faccia, perché è sempre presto per il sognatore letterato, di libri e di meriti non si vive, ma si impara a vivere lottando per il proprio equilibrio. E quando il figlio torna nella casa paterna, il tempo sembra ogni volta avvolgersi su sé stesso, rivelando l’inutilità di un riavvicinamento. É proprio in questo non detto, nell’assenza portata in scena, che l’autore affonda la sua penna e disturba il lettore. La precarietà del legame familiare, proprio in quel sud che celebra il valore della famiglia come nucleo coeso e indissolubile, si fa specchio di una società attraversata da profondi mutamenti storici, culturali e psicologici. Astremo distrugge la funzione “salvifica” della famiglia tanto idealizzata: la distanza che cresce a ogni incontro tra padre e figlio diventa condizione naturale del loro legame, ma anche tragica, perché nasce da un desiderio che non sarà mai colmato. É una condizione esistenziale che non porta a vie di uscita, alla ricerca di un senso. Di fronte a questa consapevolezza si fugge per non esserne soffocati, lasciando vuoto il campo di battaglia dove si decidono identità, destini e ferite imperituri.

Con gli occhi al cielo aspetto la neve di Rossano Astremo, ManniIl conflitto padre-figlio è un topos letterario che diventa simbolo della condizione umana, la frattura tra norma e libertà, tra autorità e autenticità. Nella sua autobiografia “Le parole”, Sartre dichiara che: “Un buon padre non esiste, è la norma; non si accusino gli uomini bensì il legame di paternità che è marcio.” Il filosofo francese perse il padre ancora infante, una mancanza che per lui rappresentò la condizione di autonomia da padroni. In Nudo di padre la figura genitoriale è viva ed è qui che si innesca l’antinomia del rapporto padre-figlio.

Come per il concetto ebraico di Timshel, presente nel romanzo di Steinbeck La valle dell’Eden, che significa “tu puoi”, ovvero la possibilità del libero arbitrio, con la sua assenza, il padre del protagonista di cui ci racconta Astremo sembra paradossalmente regalargli la libertà di scelta di una vita diversa. Assetato di conoscenza, durante i suoi studi di studente diligente, il giovane protagonista cerca nuove figure paterne, negli autori amati e negli insegnanti che credono in lui. Quando la delusione si ripete anche con loro, il passo verso il precipizio è breve, ma dal profondo risale sempre il monito della scelta, quella di poter cambiare. Rivendicando il suo spazio di autonomia, nonostante le privazioni e le difficoltà, riuscirà a rivendicare il concetto stesso di famiglia, non solo come legame di sangue, ma come sincera scelta affettiva

Il titolo di questo romanzo è estremamente evocativo e al contempo essenziale, come la scrittura di Astremo. Esautorato dalla sua presenza scenica, il padre è mostrato senza veli, nella sua cruda verità, ossia quella di un uomo. E di quest’uomo, osservando e rievocando, l’autore ci racconta, da uomo, le sconfitte e le miserie. E quel corpo, quasi sempre temuto in letteratura, diventa fragile, non attraverso un racconto che chiede redenzione, ma come uno scatto epifanico di vita. Senza lirica, con una prosa asciutta che prende le distanze dalla sofferenza intima, attraverso il racconto del legame padre-figlio, l’autore posa lo sguardo su di sè e su una intera generazione che fatica a definirsi.

Scheda del libro:

Nudo di padre Solferino Libri 2025. Rossano Astremo

Autore: Rossano Astremo

Genere: Narrativa 

Casa editrice: Solferino Libri

Pagine: 224

Prezzo: Euro 17,50

ISBN: 9788828216391

 

Chi è Rossano Astremo:

Nudo di padre Solferino Libri 2025. Rossano Astremo

Rossano Astremo è originario di Grottaglie (TA) e vive a Roma, dove insegna italiano in un Liceo Internazionale. Tra i suoi titoli: 101 cose da fare in Puglia almeno una volta nella vita (Newton Compton 2009), Diventare genitori in Italia (Castelvecchi 2011), scritto insieme a Maria CarranoCon gli occhi al cielo aspetto la neve (Manni 2013) e Pier Paolo Pasolini. Il poeta corsaro (La Nuova Frontiera Junior 2018). Nudo di padre (Solferino Libri 2025) è stato proposto al Premio Strega 2025 da proposto da Francesco Caringella, il quale ha detto al proposito: «“Nudo di padre” è un autentico e profondo romanzo di formazione, un “Bildungsroman” che segue l’evoluzione del personaggio attraverso un percorso scandito da prove, errori, improvvisi capitomboli e miracolose resurrezioni.»