Dal genere distopico al fantasy mitologico, dallo scifi tradizionale al noir, il giornalista Alberto Grandi si rivela un autore versatile e pronto a mettersi in gioco anche in maniera casuale, come è accaduto per la sua ultima pubblicazione “La cattiva addormentata” – Nulla die Edizioni, di cui ci parla nella seguente intervista.

Ciao Alberto, lieta che tu abbia accettato di chiacchierare in questo salotto virtuale dove Mi libro in volo ospita gli autori per le interviste. Ho appreso con piacere la notizia della tua nuova pubblicazione, questa volta per Nulla die Edizioni. Giornalista per la redazione di Wired Italia e creatore della Community di scrittori Penne Matte, non sei al tuo primo romanzo, alle spalle puoi infatti annoverare diverse pubblicazioni. Ti va di citarcele e di raccontare come sono nate?

«Ciao, grazie a te di avermi invitato, è un onore essere qui. Il mio primo romanzo pubblicato da una casa editrice è stato un fantasy mitologico, L’odissea di Timoteo (Delos Digital), una specie di rivisitazione dell’odissea in chiave fantastica e umoristica dove ai miti dell’antica Grecia ho mescolato senza vergogna alieni di ogni tipo. Il secondo romanzo, pubblicato da Prospero Editore, è stato Nubila, un romanzo scifi tradizionale su una galassia dominata da un impero e un manipolo di ribelli che vuole rovesciarlo. Come self publisher ho pubblicato un racconto lungo di genere distopico, La dittatura dei droni, e un’antologia di racconti fantastici, Tutte le bestie del mio giardino. Ora, in piena coronavirus, per Nulla die, sono in libreria e online con il noir La cattiva addormentata

Autore sperimentatore, ogni volta ti misuri con un genere nuovo. Questa volta hai deciso di cimentarti con una sorta di noir, scandito dal mistero e stilisticamente da un ritmo veloce soprattutto per la predominanza di dialoghi. Come mai questa scelta?

«La scelta del genere letterario e dello stile è stata casuale. All’inizio avevo questa idea di raccontare l’incontro di due personaggi diversi, la cattiva in fuga e lo scrittore col blocco creativo, in un grande albergo della Versilia, fuori stagione. Quindi la partenza è stata dettata più da una suggestione paesaggistica. I personaggi e la vicenda su quello sfondo si sono sviluppati quasi da sé.»

L’odessea di Timoteo è il fantasy mitologico che Alberto Grandi ha pubblicato per Delos Digital.

Lo stile prevalente è quello descrittivo, caratterizzato da frasi brevi e da una terminologia semplice, insomma hai propeso per una narrazione scarna ed essenziale che ricorda quella nordamericana del periodo realista. Cosa c’è, invece, di innovativo nella storia che racconti?

«Penso i dialoghi. Dopo le prime pagine mi sono accorto che i dialoghi avevano un peso notevole nella storia e quindi ho proseguito su quella strada. I dialoghi e la velocità. Lo stile semplice e leggero è intenzionale, volevo far sentire al lettore pochissimo il peso della lettura e molto il ritmo della vicenda.»

I protagonisti sono Arturo, uno scrittore affetto dal famoso blocco creativo, e quella che si definisce invece una lettrice “non forte” Agata, una ragazza in fuga, che sin dalle prime pagine si rivela sfrontata, nonostante nasconda un triste passato. Come ti sei mosso nel tratteggiare un personaggio femminile psicologicamente complesso?

«Con quel po’ di esperienza umana raccolta nei miei 47 anni di vita. Capita o capiterà a tutti di incontrare una ragazza come Agata, un po’ sballata, vuoi per temperamento personale, vuoi per il suo vissuto, ho cercato di rendere sulla pagina questa sua instabilità che, per certi versi è anche un punto di forza.»

La copertina del romanzo scifi Nubila – Prospero Editore, 2019 di Alberto Grandi.

Nell’intersecarsi dei vari piani narrativi, nel tuo romanzo viene letto un libro, quello che ha portato al successo Arturo. Si rivela un genere singolare, una commistione di generi, una peculiarità che in fondo a te non è nuova. Senza scendere troppo nei dettagli per non togliere il gusto della sorpresa ai lettori, ci sveli quale ruolo ha il libro all’interno della narrazione?

«Il libro nel libro, cioè il romanzo con cui Agata si trova ad avere a che fare, è come una porta che le spalanca una nuova prospettiva, una soluzione, per quanto estrema, ai suoi problemi. Insomma, il libro nel mio romanzo fa ciò che ogni lettore spera faccia un libro nel momento in cui lo compra: cambia la vita della protagonista

Vivendo a contatto tutti i giorni con la scrittura, fra lavoro e passione, che idea ti sei fatto della direzione che ha intrapreso la narrativa contemporanea? Si può, secondo te, parlare di letteratura per alcuni autori e, soprattutto, cosa rende un libro degno di essere definito classico, oggi?

«Secondo me la narrativa contemporanea non ha direzioni, nel senso che la globalizzazione e la tecnologia ci hanno dotato di così tanti mezzi di espressione, che si scrive di tutto. Magari ci sono le mode, dettate da una serie tv o da un videogioco che invogliano gli spettatori ad approfondire un certo immaginario e dunque le case editrici ad approfittarne, proponendo saghe che lo rievochino. Insomma, le migliaia di romanzi erotici dopo “50 sfumature” e di romanzi fantasy dopo Il trono di spade. Comunque, penso che una nuova impostazione del narrare ce la darà il coronavirus. Il mondo non è più quello di prima e nemmeno la letteratura che verrà sarà come quella di due mesi fa

La cattiva addormentata edito da Nulla die Edizioni è il nuovo romanzo del giornalista Alberto Grandi, un genere noir misterioso.

“La cattiva addormentata” è attualmente disponibile sia in versione cartacea, che in formato pdf. In questo particolare periodo il digitale rappresenta la modalità più immediata per dedicarsi alla lettura. Qual è il tuo rapporto con gli ebook come lettore e come autore?

«Il mio rapporto con l’ebook dipenda dalla comodità. Ti spiego: se leggessi a casa comprerei sempre cartacei, perché il libro mi piace come oggetto. Ma se devo andare in vacanza o spostare con la metropolitana o l’autobus allora mi porto dietro il Kindle.»

In conclusione, ringraziandoti ancora per la disponibilità, mi piacerebbe chiederti se hai già in mente il nuovo genere con il quale sorprenderai il tuo pubblico la prossima volta.

«L’anno scorso ho firmato con Robin edizioni per un romanzo che dovrebbe essere pubblicato a maggio, in formato cartaceo, sempre coronavirus permettendo, è di fantascienza, ma non ci sono alieni. È una rivisitazione del mito di Edipo in chiave robotica. Coronavirus permettendo…»

Di spunti per leggere Alberto Grandi ne ha dati, adesso tocca a voi lettori fare la vostra scelta.